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“Di un tempo sospeso”: la mostra di Fernando Schiavano e Raffaele Schito

by Redazione
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“DI UN TEMPO SOSPESO” DI FERNANDO SCHIAVANO E RAFFAELE SCHITO.

PALAZZO SANSONETTI 5-6 / 12-13 AGOSTO ORE 20.

Negli antichi locali voltati a botte del prestigioso palazzo Sansonetti, luogo ospitale nel centro storico di Casarano, Fernando Schiavano e Raffaele Schito propongono, attraverso alcuni lavori, i loro linguaggi artistici, le loro testimonianze di un tempo sospeso.

In una delle sale sono esposte composizioni grafiche e collages con i quali Schiavano invita a riflettere sul tema della “dimenticanza ” e della condanna dell’oblio, nonché sulla impossibilità di confrontarsi con l’alterità , attraverso originali combinazioni e un suo vocabolario di coinvolgenti dettagli espressivi (Damnatio memoriae).

“L’opera oscilla, come un precario pendolo, sulle macerie umane e il rapporto con l’arte colma il vuoto psicologico che mi si crea ogni volta che cerco di realizzare qualcosa di duraturo nel tempo. Ciò mi porta ad un sentimento di distacco con tutto ciò che è materiale. Nel mio lavoro cerco di cogliere l’ultimo atto, prima del finale, collocarne e fissarne il tempo di sospensione”.

Nel suo iter artistico, iniziato come autodidatta, sempre pregnante e creativamente fervido rimane il legame con il territorio; fin dalla iniziale e decisiva esperienza di Dentro/ Fuori luogo (1980) alla quale sono seguite numerose mostre in Italia e all’estero, in luoghi pubblici e privati.

Tra le sue performances, viene presentato in questa occasione, il ciclo delle quattro Visite a domicilio ( 2001 ), “attraverso le quali è stato possibile – scrive Fernando – creare una connessione fra l’arte, le persone e lo spazio privato e domestico”, una opportunità per leggere meglio la realtà sociale in cui si vive.

Richiamano inoltre il suo “altrove ideale” sia le Nature Morte, sottolineate a penna con poco colore, sia le Planimetrie in Blu (ritagli di carta a inchiostro ), dove riprende alcuni paradigmi dei suoi fantasiosi e suggestivi paesaggi interiori della fase iniziale. Immaginando un territorio desiderato, l’artista mette in gioco elementi simbolici nel contesto di assemblaggi e cromatismi a volte lievi, a volte accentuati, sempre attraenti.

Fere

Certamente parte integrante della documentazione sulla storia della comunità locale costituiscono i video sulle Fiere di bestiame di Raffaele Schito, realizzati in occasione delle tradizionali feste di S. Giovanni (1989), del S. Crocefisso (1995). Mantenutesi vive fino a pochi anni fa, risultano oggi testimonianze di un passato prossimo eppure lontano, quando i ritmi stagionali e i lavori agricoli erano scanditi dagli attesi appuntamenti della terza domenica di maggio e la seconda di ottobre.

Raffaele, videomaker di grande esperienza, con le sue competenze tecniche e con la sua partecipazione emotiva, riesce a mettere in risalto le dinamiche della compravendita e delle connesse relazioni sociali, in tutta la loro autenticità popolare.

Attraverso il filmato diventa così possibile rivivere, nei dettagli, la coinvolgente e concitata situazione delle trattative, durante le quali tutto ruota intorno all’importante presenza della comunità zingara, da sempre legata al commercio di cavalli.

L’osservatore ne coglie l’humus locale in tutta la sua essenza: dal ritmo dei dialoghi e l’espressività della cadenza dialettale del parlato, al vivace scenario del mercato all’aperto, dalla mimica facciale a quella gestuale.

Attingendo al suo ricco repertorio di immagini, R.S. restituisce le voci e le usanze di un microcosmo sociale nel quale attraverso momenti di vissuto collettivo, si rispecchia la nostra identità culturale.

Antonio Lupo

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