“LA LUCE DI CRISTO
CHE RISORGE GLORIOSO
DISPERDA LE TENEBRE
DEL CUORE E DELLO SPIRITO”
(Dalla Liturgia della Veglia di Pasqua Messale Romano III Ed.)
Carissimi fratelli e sorelle,
dopo un periodo di quaranta giorni nei quali come ci ha ricordato Papa Francesco, attraversando il deserto Dio ci ha guidato alla libertà, abbiamo vissuto insieme al Signore Gesù, tentazioni prove ma anche consolazioni.
Ora in questo tempo profondo e solenne siamo avvolti dalla buona notizia della Pasqua.
In oriente i nostri fratelli cristiani nel salutarsi in questo giorno e durante l’ottava ripetono Χριστὸς ἀνέστη! Ἀληθῶς ἀνέστη! (“Christòs anèsti – alithòs anèsti” // Cristo è Risorto! – È vramente Risorto!) non come semplice parola di circostanza ma come professione di fede che alimenta nel cuore una speranza, la speranza che la risurrezione di Gesù ha fatto trionfare l’amore e la vita e si è rivelata più forte della morte, più forte del Maligno.
Viviamo tempi difficili, stiamo attraversando una Terza Guerra Mondiale a pezzi come ci ricorda spesso il Santo Padre, in questo mondo trasformato in un grande campo di battaglia in cui tutto viene sciupato e anche la natura geme e soffre con i poveri e i semplici, la pace e la prosperità sono ostacolate dalla violenza, dalla corruzione da interessi finanziari pericolosi. La criminalità organizzata torna a mostrarsi aggressiva e incupisce i cuori specialmente dei piccoli e dei poveri.
Queste, ed altre situazioni, rappresentano le spighe della zizzania e trovano la loro radice nell’invidia, nell’orgoglio, nella superbia, nella menzogna, nell’egoismo, nell’edonismo e nella vita vissuta senza orizzonti larghi e punti di riferimento forti.
Il grande scandalo della croce ci ricorda che Gesù è passato attraverso questo intreccio mortale, per aprirci il passaggio verso il Regno della vita.
La Pasqua, diceva Benedetto XVI, è un avvenimento cosmico, che comprende cielo e terra e li associa l’uno all’altra. Si celebra allora questo grande mistero, fondamento della fede e della speranza cristiana: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, è
risuscitato dai morti il terzo giorno, secondo le Scritture.
Una gioia, la nostra, che non è un anestetizzante, non è una semplice consolazione psicologica.
La Pasqua è reale consapevolezza di quello che Gesù Cristo compie nella storia, nel mondo e soprattutto nella nostra vita giorno dopo giorno. Come proclamiamo nel rito del Cero pasquale, Egli è l’Alfa e al contempo l’Omega, esiste quindi non
soltanto ieri, ma oggi e per l’eternità e tutto si ricapitola in Lui affinchè nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. (Fil 2, 10-12) Sapremo veramente vivere questo momento solo e soltanto quando in nome di Cristo saremo trafitti dal Suo amore e avremo concretamente accompagnato chi vive una vita di sofferenze.
Non siamo chiamati a risolvere le ferite dell’umanità ma a farci accanto alleviandole attraverso piccoli gesti di gentilezza e carità antidoti al veleno dell’indifferenza dell’egoismo e dell’ abitudine magari con una preghiera, un abbraccio, una carezza o un bacio ad una persona ammalata o anziana e sola o ad una persona disagiata che ha perso il lavoro, la casa oppure è stata vittima di violenza e abbandono o ancora vive turbamenti morali e spirituali.
Pasqua è la festa della nuova creazione. Egli ha sfondato la porta verso una nuova vita che non conosce più né malattia né morte. Ha assunto l’uomo in Dio stesso.
Come i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli alberi, così l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto.
L’augurio che desidero allora porgevi carissimi fratelli e sorelle è che il Signore risorto faccia sentire ovunque soprattutto nei vostri cuori la sua forza di vita, di pace e di libertà.
Questa dirompente verità si espanda nel mondo con il gioioso canto dell’Alleluia e disperda le tenebre del male. Cantiamolo con le labbra, proclamiamolo soprattutto con il cuore e con la vita, con uno stile di vita “azzimo”, cioè semplice, umile, e fecondo di azioni buone.
Auguri di una Santa Pasqua!
Nardò, 26 marzo 2024
Fernando FILOGRANA
Vescovo di Nardò-Gallipoli