Ieri, nel Consiglio Comunale monotematico sulla sanità, abbiamo scritto una pagina importante della nostra comunità.
Con grande senso di responsabilità, maggioranza e opposizione abbiamo lavorato insieme per deliberare all’unanimità una serie di richieste concrete e urgenti per il nostro Ospedale “Ferrari”.
Le frasi della locandina che pubblico oggi non sono slogan, ma la traduzione dal “burocratese” di ciò che abbiamo votato. tutto questo frutto di una mobilitazione condivisa che ha unito cittadini, comitati, istituzioni, e parti sociali.
Durante il mio intervento ho voluto ricordare le scelte politiche che negli anni hanno portato a questa condizione, ma soprattutto ho voluto ribadire una cosa: non servono alibi, servono atti concreti, risorse e rispetto per una comunità che ha dimostrato di saper essere unita.
Ieri sera, in un auditorium gremito, si è vista una comunità vera: senza divisioni, senza bandiere di partito. Solo un grande obiettivo comune: difendere il diritto alla salute, rilanciare il “Ferrari”, dare dignità a chi ogni giorno ci lavora.
Un unico cruccio che mi rodeva, un’assenza visibile: quella delle nuove generazioni. Pochissimi sotto i 50 anni ed un solo ragazzo sotto i 30 anni. La mia speranza è che ci ascoltassero in live.
Ora la palla passa alla Regione, alla ASL e al ministero: servono risposte all’altezza di quella che ieri è stata una straordinaria prova di civiltà e unità.
La sanità pubblica ed il FERRARI si difendono insieme. E ieri lo abbiamo dimostrato.
Di seguito il mio intervento integrale.
Marco Mastroleo
Concittadini, Signor Sindaco, Signori Consiglieri, Autorità presenti,
prendo la parola per ricostruire, con spirito costruttivo, la cornice storica e politica che ha riguardato il nostro Ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano, affinché la discussione di oggi si fondi su dati di fatto e su un quadro più ampio, capace di dare senso alle nostre determinazioni.
Permettetemi di iniziare dal Piano Regionale di Salute 2010, approvato dalla Giunta Vendola, in un periodo in cui, a livello nazionale, era in carica il quarto esecutivo Berlusconi e Raffaele Fitto ricopriva il ruolo di Ministro per gli Affari Regionali e la Coesione Territoriale.
In questo quadro politico, la Regione Puglia fu costretta a entrare in Piano di Rientro non a causa di reali criticità nella sanità pubblica (non esisteva infatti un vero deficit sanitario), ma per una precisa scelta politica: destinare risorse di bilancio al cofinanziamento dei fondi europei per lo sviluppo produttivo e la crescita economica.
Fu un’operazione dolorosa ma funzionale a investimenti di crescita, non a sprechi.
Alla fine della gestione Vendola, sotto il governo di Matteo Renzi e con Beatrice Lorenzin al Ministero della Salute, fu emanato il DM 70 (2015), che stabiliva criteri più stringenti per l’organizzazione ospedaliera. Nonostante i vincoli nazionali e il percorso di rientro, la Giunta Vendola – in un’ottica di continuità politica e come giustamente viene citato nella camicia di delibera che oggi discutiamo – decise di potenziare l’Ospedale di Casarano, finanziandone l’ampliamento quando esso era destinato a ben altra classificazione rispetto all’odierna (“ospedale di base”).
In un secondo momento, sotto il Governo Draghi e con Roberto Speranza nel ruolo di Ministro della Salute, si è avviato l’iter di un nuovo regolamento sugli standard dell’assistenza territoriale, inizialmente indicato come “DM 71” e poi approvato come “DM 77”. Questo decreto è nato con l’obiettivo di rafforzare il ruolo della sanità territoriale, istituendo Case della Comunità e Ospedali di Comunità, e ampliando i servizi di prossimità in sinergia con il SSN. Tuttavia, l’iter di applicazione non è stato completato entro la fine della Legislatura, lasciando diversi nodi ancora irrisolti e rimandando la piena implementazione a futuri interventi normativi.
Un quadro più aggiornato sull’implementazione del DM 77 emerge dal “Report Nazionale di Sintesi dei Risultati del Monitoraggio DM 77/2022” (II semestre 2024) pubblicato da Agenas. L’analisi, condotta su tutto il territorio nazionale, mostra che sono state programmate 1.717 Case della Comunità (di cui circa 485 già attive con almeno un servizio), 650 Centrali Operative Territoriali (612 delle quali risultano pienamente funzionanti) e 568 Ospedali di Comunità (124 con servizi avviati). Sebbene questi dati testimonino un avvio concreto della riorganizzazione territoriale, persistono differenze marcate tra le Regioni e alcuni standard qualitativi non sono ancora pienamente rispettati, in particolare riguardo alla presenza medica e infermieristica h24 nelle strutture territoriali.
Il rapporto evidenzia inoltre un buon livello di copertura per l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), con quasi tutte le Regioni che dichiarano almeno un erogatore per distretto, e un progressivo rafforzamento dei percorsi di Cure Palliative Domiciliari. Restano però criticità nell’attivazione integrale di tutti i servizi richiesti dal DM 77, compresi i percorsi di presa in carico globale e le forme di collaborazione tra ospedali e territori. In sintesi, il monitoraggio Agenas sottolinea l’importanza di accelerare e uniformare l’implementazione del DM 77, così da garantire a tutta la popolazione un accesso equo e di qualità all’assistenza sanitaria territoriale, nel solco del PNRR e dell’idea di un Servizio Sanitario Nazionale davvero universale e vicino ai cittadini.
A conferma di quelle scelte, l’Ospedale di Casarano ha continuato a rappresentare un polo di riferimento per un bacino di oltre 200 mila abitanti. Non era (e non è) semplicemente un presidio di base: in passato, il “Ferrari” è sempre stato tra i più attivi a livello provinciale e regionale. I dati pubblicati (a partire dal 2012 all’ultimo report della commissione regionale) lo collocavano e lo collocano tra i principali ospedali pugliesi per numero di ricoveri e tra i principali ospedali in termini di introiti positivi.
Il progetto della Quarta Torre testimonia la volontà di incrementare i servizi, la recettività e la qualità assistenziale del “Ferrari”. In tal senso, il 10 luglio 2018 si tenne la cerimonia di posa della prima pietra alla presenza del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ufficialmente aprì un cantiere da 14,2 milioni di euro. «Abbiamo fatto un investimento per ammodernare questo ospedale e per potenziarlo. Era un impegno che avevamo da tempo e che abbiamo onorato», dichiarò Emiliano in quell’occasione, sottolineando come l’obiettivo fosse rendere il presidio di Casarano più moderno, funzionale e in linea con i più alti standard di sicurezza antincendio e antisismica.
Allo stesso modo, l’allora Direttore Generale della ASL Lecce, Ottavio Narracci, evidenziò come l’avvio dei lavori rappresentasse il completamento di un programma d’investimento di lunga gestazione, finalmente giunto a compimento. «Questo momento coincide con una fase storica in cui la regolamentazione regionale assegna a Casarano unità operative e attività assistenziali ben precise», affermò Narracci, ponendo l’accento sulla funzione ospedaliera che la struttura doveva continuare a svolgere.
Nel merito, la nuova Torre (la quarta) e l’ampio restyling di un’altra Torre avrebbero dovuto ridisegnare gli spazi, convogliando l’attività chirurgica e medica in ambienti più efficaci, integrando nuove dotazioni tecnologiche, migliorando l’accesso per i pazienti e separando i percorsi tra emergenza e utenza ordinaria. Anche per questo, l’opera rientrava negli interventi programmati dall’Accordo Quadro ex art. 20 Legge 67/88, con un finanziamento in larga parte coperto dallo Stato e una quota a carico della Regione Puglia.
Alla luce di tali progetti e degli investimenti succedutisi negli anni, la difesa da parte del comitato e dall’impegno di chi ci nel “Ferrari” ci lavora, hanno contribuito a preservarlo da misure di ridimensionamento ben più drastiche.
Venendo a fatti più recenti, non posso non richiamare l’esperienza della Tenda dei Diritti. Nata il 12 maggio scorso, ha riunito cittadini, associazioni, istituzioni e mondo imprenditoriale attorno al presidio di Casarano, organizzando iniziative di sensibilizzazione (come “Una notte tutti in tenda”, spettacoli, concerti e l’abbraccio simbolico all’ospedale). L’obiettivo è stato evidenziare le carenze di personale e risorse del “Ferrari” e sollecitare risposte chiare dalla Direzione Generale della ASL.
Il 5 luglio scorso abbiamo incontrato il Direttore Generale Stefano Rossi e la Direttrice Sanitaria, la dottoressa Nacci. In quell’occasione, con toni franchi ma cordiali, abbiamo posto domande precise su personale, reparti, tecnologie, Stroke Unit, concorso di Ortopedia, sovraffollamento del Pronto Soccorso. Alcune risposte sono arrivate, ma è mancata finora una formalizzazione di quelle promesse e un effettivo riscontro operativo.
Quasi in una sorta di premonizione, in data 12 marzo 2025, abbiamo inviato un sollecito alla Direzione Generale ASL, al Presidente della Regione e all’Assessorato alla Salute, ribadendo questioni irrisolte da mesi:
• Piano Ospedaliero Regionale: chiediamo di formalizzare, quanto promesso e cioè il ruolo di Casarano come presidio di primo livello, chiarendo chi ne sia il responsabile e a che punto sia l’iter.
• Atto Aziendale ASL: ci avevano promesso un coinvolgimento attivo, ma non vi è traccia di riferimenti specifici al “Ferrari”, anzi va stigmatizzato il fatto che il Direttore Rossi non abbia inviato il rappresentante della nostra comunità.
• Personale e risorse: serve un piano concreto per anestesia e rianimazione, chiarezza sul concorso Ortopedia, tempi certi per la Stroke Unit, riduzione del sovraffollamento in Pronto Soccorso.
• Quarta Torre: vogliamo capire lo stato di avanzamento e la destinazione dei reparti, con un cronoprogramma certo.
• Valorizzazione dei sacrifici degli operatori: il “Ferrari” ha aumentato la produzione del 12% in ambulatorio e del 5% in ricoveri. Qual è il ritorno per il territorio?
Leggiamo con crescente sconcerto il dibattito stucchevole sull’ipotesi della costruzione dell’ospedale Maglie-Melpignano. Non entriamo nella discussione sulla sua utilità o meno, ma un dato è certo: si parla di tempi di realizzazione che vanno dai 7 ai 12 anni. Ci chiediamo, dunque: nel Sud Salento, come saranno curati i pazienti nei prossimi 10 anni? La prospettiva di un nuovo ospedale non può e non deve diventare un alibi per continuare a smantellare i presidi esistenti senza garantire un’alternativa immediata ed efficace.
In questa prospettiva, voglio ribadire con forza che la sanità deve restare un bene pubblico, alla portata di tutti e garante del diritto alla salute. Allo stesso modo, l’analisi e la riorganizzazione sanitaria del Sud Salento – comprendente gli ospedali di Casarano, Scorrano e Gallipoli – non possono prescindere da un ragionamento di sistema, che integri e coordini le singole strutture per assicurare prossimità, efficienza e qualità delle cure.
Di fronte all’urgenza di scelte chiare e coraggiose, chiediamo alla Regione Puglia e alla Direzione della ASL di assumersi responsabilità concrete, non solo a parole ma con atti formali: risposte immediate alle nostre richieste, una programmazione trasparente e interventi tempestivi per salvaguardare e rilanciare il “Ferrari”.
Il nostro ospedale non è soltanto un insieme di muri, reparti e macchinari. È un simbolo tangibile del diritto alla salute per tutti i cittadini del Sud Salento. Per questo, invito il Consiglio Comunale a rafforzare ogni azione in difesa di questo presidio, ricordando che la nostra mobilitazione – e l’intera esperienza della Tenda dei Diritti – ha dimostrato una volontà collettiva di fare la nostra parte. Attendiamo ora risposte all’altezza della dignità di questo territorio.
Vi ringrazio per l’attenzione, con l’auspicio che oggi sia un passo in avanti concreto per il futuro dell’Ospedale di Casarano.