L’intervento di Antonio Sergio Filograna apparso nei giorni scorsi sui social e la conseguente replica del Sindaco di Casarano, ci incoraggiano a offrire anche noi un contributo di riflessione generale dal punto di vista di un ente del terzo settore che opera nell’ambito culturale.
Il tema in discussione è, ci pare di capire, la natura del rapporto tra l’autorità politico-amministrativa e gli attori economico-imprenditoriali del territorio. Un tema di capitale importanza per una città che voglia individuare gli errori del passato e pianificare un improcrastinabile balzo in avanti della comunità.
Dal nostro punto di vista, riteniamo che il rapporto fra i due “poteri” chiamati in causa sia solo in parte paritetico. Se, infatti, il ruolo e i doveri di un’Amministrazione in tema di sviluppo economico sono di provvedere a quelle strutture, infrastrutture e servizi che permettano il naturale e libero dispiegarsi dell’attività produttiva, all’imprenditore è oggi richiesto quel di più che ha a che fare, a ben vedere, con un profondo e radicale ripensamento della natura del proprio impegno sul territorio. Ha a che fare, detto altrimenti, con una “nuova” sensibilità. Senza scomodare il modello di Adriano Olivetti, crediamo che oggi la figura dell’imprenditore si sia evoluta e dalla tradizionale funzione di “dare lavoro” l’impresa sia divenuta parte attiva della società. Dall’approccio della “Responsabilità sociale” si è ormai passati alla “Responsabilità sociale e culturale” delle imprese, che non significa distribuire oboli mediante un nobile quanto estemporaneo piano di sponsorizzazioni.
Proprio la visita nei giorni scorsi di Bernard Arnault a Casarano ci spinge ad aprire una riflessione sulla bellezza come uno di quei beni intangibili che possono caratterizzare tanto l’operato di una amministrazione politica quanto quello di un imprenditore.
Ma di quale bellezza parliamo?
Spazi verdi ben curati, parchi giochi, asili nido, biblioteche, pinacoteche, teatri, cinema, impianti sportivi e ricreativi sono infrastrutture sociali per le quali ogni amministrazione dovrebbe impegnarsi a garantirne la presenza e i cittadini custodirne il buon uso; accanto ad essi oggi occorre richiamare l’impegno anche degli imprenditori, per lo meno di coloro i quali vogliano incarnare il concetto di “responsabilità sociale e culturale”.
Il pensiero corre a Brunello Cucinelli e a Solomeo, il “borgo del Cashmere e dell’Armonia”. Qui Cucinelli si è sentito “responsabile della Bellezza del mondo”, sperimentando un “capitalismo umanistico”, propulsore cioè di iniziative epocali: dal Festival delle Arti alla costruzione e animazione di un teatro, alla ideazione della Scuola delle Arti e Mestieri, alla realizzazione di parchi diventati modelli in tutto il mondo, fino alla Biblioteca Universale di Solomeo, che ospiterà migliaia di volumi di filosofia, poesia, architettura, artigianato.
Il privato non può sostituirsi alle amministrazioni pubbliche, è chiaro, ma potrebbe essere propositivo e da stimolo, specie con quelle amministrazioni che non dimostrano sensibilità, visione e capacità di programmazione nell’investire in quella forma di bellezza che qui si è cercato di tratteggiare. In contesti così complessi, dunque, è del tutto auspicabile che chi può debba fare, perché, siamo convinti, che la migliore pedagogia sia nel fornire l’esempio.
Universitè Popolare di Casarano